GUGLIELMO MARCONI

Scienziato

1974 – Roma 1937


Villa Griffoni a Pontecchio Marconi

E’ in assoluto il Bolognese più famoso nel mondo, ma forse il mondo non sa che è bolognese.

Persona di grandissimo genio si formò al di fuori dell’università che non frequentò mai (e forse non gli interessò nemmeno farlo). Le sue conoscenze furono dovute ad un’accurata istruzione privata e in ciò ebbe molta importanza l’estrazione culturale della madre, l’inglese Annie Jamson che gli permise per altro di apprendere perfettamente quella lingua che costituirà elemento fondamentale per la sua futura carriera scientifica, mondana, industriale e politica.

 

Pur se nato a Bologna, in via della Assi, visse quasi tutta la giovinezza a villa Griffoni a Pontecchio e a Livorno, dove risiedevano i parenti inglesi della Madre.

A Bologna conobbe Augusto Righi, fisico di fama internazionale, che gli permise – grazie anche in questo caso all’intercessione della madre - di frequentare il suo laboratorio i fisica e ciò fu fondamentale per la sua definitiva formazione, come lo fu l’attenta frequentazione della biblioteca.

 
Le apparecchiature dei primi esperimenti di Marconi

 Si era nel 1894 e fu da quel momento che alla teoria si aggiunse la sperimentazione che si svolse solitaria a villa Grifoni di Pontecchio, ma con strumentazioni all’avanguardia, né si può disconoscere che il padre Giuseppe (il quale era possidente terriero e, quindi, avrebbe forse voluto che il figlio si occupasse di ben altro) abbia se non proprio spinto la passione scientifica del figlio, quantomeno agevolata e … sopportata.

Alle apparecchiature , però, Guglielmo vi aggiunse anche del suo, costruendone degli accessori manualmente onde perfezionarle; ciò portò al famoso “sparo di fucile” al di là della collina che avvertiva che il segnale radio trasmesso senza fili era giunto all’apparecchio ricevente. Siamo nella primavera del 1896 e quello sparo rivoluzionò veramente tutte le modalità di comunicazione esistenti.

Ma gli inizi non furono facili, anche perché le prime richieste fatte al Ministero delle telecomunicazioni italiana rimasero inevase, cosa invece che suscitò molto interesse a Londra, dove l’apparecchio venne subito brevettato e finanziato. Come al solito fu la famiglia della madre ad aprire le porte in Inghilterra.

E’ a questo punto che il genio di Marconi si rilevò non solo nel campo scientifico, ma anche in quello imprenditoriale, con la costituzione della Wiriles Telegraph Signal (divenuta più avanti Marconi Wiriles Signal), che investì soprattutto nelle telecomunicazione fra terra e navi, cosa per altro su cui si interessarono i Lloid, massima compagnia assicurativa nel campo dei trasporti navali, con importanti commesse.


Inaugurazione di Radio Vaticana

Da quel momento la strada fu in discesa e le applicazioni delle trasmissioni senza filo si allargarono sempre di più, prima con collegamenti fra l’Inghilterra e le sue isole, poi fra l’Inghilterra e l’Europa.

Ma i piani di Marconi erano ben più ambiziosi, volendo collegare senza fili l’Europa all’America, superando tutte le opposizioni scientifiche che ritenevano irreale tale possibilità, per la curvatura della terra.

La cosa si realizzò il 12 dicembre 1901, fra la stazione trasmittente di Poldhou in Inghilterra e quella ricevente di Signal Hill in Terranova, Canadà.

Ma l’epoca delle invenzioni non era finita, per lo scienziato bolognese (né in effetti finì mai…) e nel decennio successivo realizzò numerose altre strumentazioni di perfezionamento del suo apparecchio ricetrasmittente, fra cui il detector magnetico e l’antenna direzionale, affrontando anche sperimentazioni di trasmissioni ad onde corte che risolsero molti problemi riferiti ai servizi multipli e contemporanei per le grandi distanze.

Intanto la sua Società commerciale diventava una multinazionale con sedi in tutto il mondo e la telegrafia via radio sostituiva definitivamente quella a fili.

Nel 1909 gli fu assegnato il premio Nobel, e lo stesso anno, subito dopo, grazie proprio alla sua invenzione, vennero salvati ben 1700 viaggiatori dal transatlantico Repubblic in affondamento.


Marconi sull’Elettra

Nel 1914 fu nominato Senatore del Regno e, allo scoppio del primo conflitto mondiale, rientrò in Italia e si arruolò nel genio, compiendo anche missioni diplomatiche in America e alla Conferenza di Pace di Parigi.

Nel 1920 attrezzò un panfilo (l’Elettra) come un laboratorio d’avanguardia e realizzò la prima trasmissione radiofonica con un concerto diramato dalla stazione di Chelmsford. Anche la radio era stata inventata, tanto che nel 1924, si attuò la prima trasmissione regolare fra l’inghilterra e l’Australia.

Ne mancò di spettacolarizzare le sue invenzioni con una capacità mediatica invidiabile: collegamento radiofonico Londra-Buenos Aires-Australia; accensione diretta dal panfilo Elettra ormeggiato a Genova, dell’illuminazione del municipio di Sydney; primo radiomessaggio del Pontefice dalla Radio Vaticana che lui aveva realizzato; accensione da Roma della luce che illuminava la statua del Redentore di Rio de Janerio.


Mussolini inaugura il Mausole
di Marconi a Pontecchio

 Fu l’emblema dell’Italia per tutta la prima metà del XX secolo ed il Fascismo… non se lo fece certo lasciare scappare; va anche detto per onestà, ch’egli ne condivisi i principi (si arruolò anche volontario nella guerra d’Etiopia), ricevendo altissime cariche dal regime, come la presidenza del Consiglio Nazionale delle Ricerche e dell’Accademia d’Italia.

Tornando all’attività scientifica importante la sua Relazione al Congresso di Venezia, nel quale annunciò il suo progetto di applicazione delle microonde alla terapia medica, e che si realizzerà successivamente col nome di marconiterapia.
Morì a Roma, ma i funerali si svolsero in gran pompe a Bologna, nei cui pressi, sotto la villa Griffoni dov’egli era scientificamente nato, venne costruito un grande mausoleo alla memoria.