ETTORE MASERATI

Industriale

Voghera, 1894 – Bologna 1990

Figlio di operai giunse a Bologna nel 1912 con altri sei fratelli, tutti appassionati di meccanica (tranne Mario, che diverrà pittore), con i quali realizzò un sogno incredibile, quasi “americano”: creare automobili prestigiose partendo praticamente dal nulla, ma con tanta, tanta voglia di riuscire nell’intento.

La prima officina era già attiva due anni dopo a Ponte Vecchio ed i primi motori realizzati risultarono subito sorprendenti, inimitabili e perfetti. “Avevano realizzato la Qualità totale – come oggi qualcuno ha osservato – ben settant’anni prima della calata sul mercato dei giapponesi”.


Il muso già grintoso
della Maserati anni ‘20

 Anche il fratello pittore ne è in un certo senso partecipe e sarà lui a realizzare la splendida “griffe” dell’officina, quel tridente che altro non è se non quello impugnato dal Nettuno di Giambologna.

E così, dagli anni Venti in poi, quando scendono in campo le Maserati, le altre macchine sembrano impallidire e a ragione!


1935 –La Maserati 6C6, guidata da Varzi
davanti alla Stabilimento di Pontevecchio

In un trentennio vincono tutto ed ovunque, indovinando anche i piloti (Sterlich, Maggi, Borzacchini, Tonini, uno degli stessi Maserati) e il 1929 rappresenta un apice davvero irripetibile: primo posto nelle Mille Miglia, record del mondo di velocità (249,069 Km./h, con la mitica V4 a 16 cilindri) e primo trionfo italiano in un Gran Premio internazionale, quello di Tripoli.

Nel decennio successivo, altre macchine e altri piloti: Varzi, Fagioli, Taruffi, Nuvolari, ed altre affermazioni, fra le quali brillano le due vittorie consecutive ad Indianapolis, prima macchina europea ad infrangere il muro americano di quella corsa.


1940 - Wiburt Shaw, su Macerati 807 F 3000
vince a Indianapolis

 Ma siamo quasi alla fine: Mercedes, Alfa Romeo, Autounion, premono sull’acceleratore con la loro potenza (industriale), e così i Maserati sono costretti prima ad un ridimensionamento, poi alla cessione di marchio e fabbrica alla famiglia Orsi di Modena.


Nanuel Fangio

Ma per i fratelli Macerati non è finita!

Nel 1947 ricominciano la loro avventura con una nuova fabbrica ed un nuovo nome. Nasce l’Osca ed anche questa macchina comincia a vincere con Ascari, Villoresi, Scarfiotti e, soprattutto con Stirling Moss, alle 12 Ore di Sebring.

La più grande vittoria del marchio del Tridente, però, avviene quando esso è ormai una realtà lontana dai fratelli fondatori e l’Osca non esiste più: siamo nel 1957 e la Maserati (ormai multinazionale con sede a Modena) vince il Campionato del Mondo con Manel Fangio.