Ritratto d’epoca

MARCO MINGHETTI

Politico / Agronomo

1818 – Roma 1886

Figlio di un possidente terriero, studiò alla scuola dei barnabiti, specializzandosi in economia e filosofia, che approfondì in numerosi viaggi di studio all’estero, non mancando di mantenere contatti con i personaggi di cultura più avanzata e liberale.

Partecipò ai congressi scientifici di Pisa e Firenze, studiò cinque mesi alla Sorbona di Parigi e fu in Inghilterra per apprendere le moderne tecniche manifatturieri di quel Paese.

Tornato a Bologna nel 1842, operò per l’ammodernamento della produzione agricola del bolognese e collaborò attivamente al Felsineo.

Fu membro della Consulta di Stato, ma per pochi mesi, per aggregarsi all’Esercito Sabaudo dove fu nominato Capitano di Stato maggiore, combattendo a Goito e Custoza.


Monumento a Minghetti
nel giardino omonimo di
Bologna

 Deputato al Parlamento Romano, si dimise in quanto il governo nulla faceva per scoprire motivi e mandanti dell’assassinio di Pellegrino Rossi.

All’inizio della Seconda guerra d’Indipendenza, ebbe da Cavour prima la Segreteria generale degli Esteri, poi la direzione degli affari Italiani, ma dopo la delusione di Villafranca, si dimise, limitandosi ad essere deputato e poi presidente dell’Assemblea delle Romagne.

Divenne nuovamente Ministro nel secondo governo Cavour, e nei due successivi di Ricasoli (interni) e Farini (Finanze).

Nel 1863 Fu nominato Presidente del Consiglio affrontando la questione romana, predisponendo il piano di allontanamento da Roma dei Francesi e procedendo a trasferire la capitale da Torino a Firenze.

Ciò creò un forte malcontento in Piemonte e Vittorio Emanuele fu costretto a dimetterlo.

Solo nel ‘69 rientrò al Governo continuando l’opera del risanamento finanziario dello Stato, che proseguì sotto Quintino Sella e concluse, nuovamente come Presidente del Consiglio nel ’76, raggiungendo il pareggio economico, grazie anche alla famigerata “tassa sul macinato”, avversata dalla pubblica opinione ma estremamente efficace per le finanze statali.

Questo provvedimento determinò la caduta del suo Ministero e quello definitivo del governo della Destra storica in Italia.

Sarà capo dell’opposizione nei successivi dieci anni.