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SAN PETRONIO |
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ESTERNO: |
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Se si fosse realizzato, San Petronio
sarebbe diventata la più grande chiesa del mondo
(più grande ancora di San Pietro in Roma), ma le finanze ben presto vennero a
mancare ed essa è rimasta incompiuta, non solo nella struttura, ma anche nei
rivestimenti esterni.
Il progetto iniziale della facciata,
invece, quello della fine del ‘300, era molto più
semplice: essa doveva rimanere completamente in cotto, tranne le tre porte,
le finestre, il basamento ed il cornicione. In effetti, dopo una decina
d’anni esso si era realizzato. Senza però tutti quegli ornamenti e quelle statue,
che vennero posti successivamente. La porta centrale, fu commissionate al senese Jacopo della Quercia, che
la iniziò nel 1425. Le altre vennero
realizzate nel 1510 e sono opera di diversi autori. Fra questi il pittore
bolognese Amico Aspertini che per l’occasione si
fece scultore per realizzare quella di sinistra e, soprattutto la lunetta con
la splendida Resurrezione di Cristo.
Pur nella loro incompletezza, anche i
fianchi della chiesa sono splendidi, proseguendo il basamento in marmo verso l’alto, con cappelle a vetrata e cuspidate,
il cui traforato marmoreo è elegante e raffinatissimo. Il campanile, su progetto di Giovanni da Brensa, si realizzò fra il 1481 e il 1487 Il retro della
Basilica è articolato in modo scarno e senza alcun
decoro. Qui nell’area che a malapena si intravede
fra piazza Galvani e corte Galluzzi, esiste (ed
operava)
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INTERNO: |
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Il senso d’immenso dato da Antonio di
Vincenzo alla Basilica di San Petronio, oltre che all’esterno, lo si nota soprattutto nel gotico del suo interno, un
immenso che non si può descrivere se non con le immagini. Sotto le altissime
volte a sesto acuto, e fra le elaboratissime e
potenti colonne / piloni che sostengono le tra navate, si sviluppano le
splendide cappelle e gli altri elementi di decoro e funzionali alla chiesa e
alla sua sacralità, a cominciare da quella dell’Altare Maggiore e del coro
dove campeggiano la tribuna del Terribilia (fine
1500), gli organi (1596 e 1675).
Storia a parte meritano
le cappelle, sia per la scenografia che proiettano al loro esterno sia per i
particolari e le pitture interne. D’altra parte nella maggiore chiesa di
Bologna, i nobili facevano a gara per avere spazi privati, sia per le
funzioni personali, sia per la propria… destinazione futura. A tal fine furono assunti grandi architetti
che realizzarono queste cappelle e grandi artisti che le decorarono e le dipinsero
(vedere più avanti nella sezione “Arte”).
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