SAN MICHELE IN BOSCO
TRE SPLENDIDI PARTICOLARI
Sagrestia, Coro Notturno, Lapidi tombali

LA SAGRESTIA


La volta e due lati della Sacrestia


Volta dell’alatare

E’ forse l’ambiente dove in origine era posta la primissima chiesa

Le strutture architettoniche risalenti al ’400, sono splendidamente affrescata da Biaggio dalle Lame, Girolamo da Carpi, Prospero Fontana (o il Bagnacavallo) e da un frate pittore, Novello d’Arpino.

E’ un piccolo gioiello nel gioiello, una piccola chiesa nella chiesa.

A pianta rettangolare con abside circolare, fu architettata dal Formigine, con decorazioni in arenaria attribuite ad Amico Aspertini. Le pitture delle volte e sovrastanti del lunotto e dell’abside stesso, che contiene l’altare, sono tutte opera di Innocenza da Imola.

 

IL CORO NOTTURNO


L’abside del coro notturno

È in definitiva un altare incassato in una parte della Sagrestia nuova, ma nel suo insieme costituisce un piccolo, grande capolavoro, realizzato da tre grandi artisti del XV e XVI secolo Bolognese: Amico Aspertini Inoocenzo da Imola (suo allievo, per gli affreschi e Andrea Marchesi (detto il Formiggine) per l’architettura.


La morte della Vergine

 

TRE TOMBE


Egidio della Loggia


Armaciotto dei Ramazzotti


Andrea da budrio

Meritano attenzione, per il loro valore strorico ed artistico, tre tombe variamente inserite fra chiesa e convento:

- La pietra tombale di Egidio dalla Loggia, giureconsulto morto nel 1319)

- La tomba di Armaciotto dei Ramazzotti (m. nel 1559), capitano di ventura che fu al servizio di ben quattro papi: Giulio II, Leone X, Adriano VI e Clemente VII.

- La Pietra tombale del giurista Antonio da Budrio, senza dubbio la più notevole, perché scolpita da Jacopo della Quercia nel 1435,