SAN PETRONIO
STRUTTURE E ARCHITETTURA
Grande, splendida e mai finita

ESTERNO: il tentativo di superare San Pietro di Roma

Alcune formelle
del Basamento

La Basilica è già imponente così, con le sue cinque navate, ma è noto che secondo un faraonico progetto cinquecentesco essa avrebbe dovuto triplicare la sua cubatura, per formare una grande croce, di cui ciò che esiste oggi sarebbe stato solo uno dei bracci.

Se si fosse realizzato, San Petronio sarebbe diventata la più grande chiesa del mondo (più grande ancora di San Pietro in Roma), ma le finanze ben presto vennero a mancare ed essa è rimasta incompiuta, non solo nella struttura, ma anche nei rivestimenti esterni.

Il progetto iniziale della facciata, invece, quello della fine del ‘300, era molto più semplice: essa doveva rimanere completamente in cotto, tranne le tre porte, le finestre, il basamento ed il cornicione. In effetti, dopo una decina d’anni esso si era realizzato. Senza però tutti quegli ornamenti e quelle statue, che vennero posti successivamente.

      
I tre portali

La porta centrale, fu commissionate al senese Jacopo della Quercia, che la iniziò nel 1425. Le altre vennero realizzate nel 1510 e sono opera di diversi autori. Fra questi il pittore bolognese Amico Aspertini che per l’occasione si fece scultore per realizzare quella di sinistra e, soprattutto la lunetta con la splendida Resurrezione di Cristo.


La risurrezione di Amico Aspertini

 

 

 

 

 

 

 

Pur nella loro incompletezza, anche i fianchi della chiesa sono splendidi, proseguendo il basamento in marmo verso l’alto, con cappelle a vetrata e cuspidate, il cui traforato marmoreo è elegante e raffinatissimo.
Il basamento, fu iniziato nel 1393 e ad esse lavorarono, fra glia altri, Antonio di Vincenzo, Domenico da Milano e Lapo Portigiani

Il campanile, su progetto di Giovanni da Brensa, si realizzò fra il 1481 e il 1487

Il retro della Basilica è articolato in modo scarno e senza alcun decoro. Qui nell’area che a malapena si intravede fra piazza Galvani e corte Galluzzi, esiste (ed operava) la Fabbriceria di San Petronio, dove si studiavano progettavano e realizzavano le opere della chiesa


Basamento laterale


Finestra e guglie laterali


Campanile


L’abside su piazza Galvani

INTERNO: grandi opere all’ombra di Antonio di Vincenzo

 

 
La navata vista dalla facciata e dall’abside


Le splendide colonne di sostegno

Il  senso d’immenso dato da Antonio di Vincenzo alla Basilica di San Petronio, oltre che all’esterno, lo si nota soprattutto nel gotico del suo interno, un immenso che non si può descrivere se non con le immagini.

Sotto le altissime volte a sesto acuto, e fra le elaboratissime e potenti colonne / piloni che sostengono le tra navate, si sviluppano le splendide cappelle e gli altri elementi di decoro e funzionali alla chiesa e alla sua sacralità, a cominciare da quella dell’Altare Maggiore e del coro dove campeggiano la tribuna del Terribilia (fine 1500), gli organi (1596 e 1675).

La tribuna del Terribilia

I cori

Pavimentazioni

 


Cappella di San Petronio
(A. Torreggiani – sec. XVIII)


Cappella Bolognini
(Autori vari – 1410 circa)


Cappella di Sant’Ivo
(A. Dotti; A. Piò – Sec. XVIII)

Storia a parte meritano le cappelle sia per la scenografia che proiettano al loro esterno sia per i particolari e le pitture interne. D’altra parte nella maggiore chiesa di Bologna, i nobili vacevano a gara per avere spazi privati, sia per le funzioni personali, sia per la propria… sepoltura futura.

Grandi gli architetti che le realizzarono e grandi gli artisti che le decorarono e dipinsero (vedere più avanti nella sezione “Arte”).