SANTO STEFANO |
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La chiesa risale al V secolo ed è dedicata ai due martiri uccisi nel 304 durante la persecuzione di Diocleziano. Venne poi ristrutturata dall’VII – IX secolo utilizzando i materiali dell’antico Tempio romano di Iside, per assumere infine nell’XI secolo l’attuale forma romana-lomgobarda a tre navate.
Fu poi dissacrata e sepolta nel 1400, per impedire che li si iniziasse un nuovo culto di S.Pietro, in concorrenza con la maggiore basilica di Roma, a seguito del ritrovamento in loco di una tomba con inciso il nome Simon (Simon Pietro). A parte le storie, i miti, le leggende e senza approfondirne le trasformazioni architettoniche subite nel tempo, questo ambiente è senza dubbio il più suggestivo di tutto il complesso, pervaso com’è di una contenuta mancanza di luminosità che ambienta ancor più lo spirito mistico del locale. Va ricordato che nel 786 d.C., Carlo Magno giunse a Bologna, in questa chiesa, per assistere alla traslazione dei corpi dei due santi, riportandosi in Francia a Clernimont alcune loro reliquie.
Dettagliando l’esterno, non si può fare a meno di mostrare i sarcofaghi dei due Santi e Martiri, il cui stile bizantino sembra confermare le epoche e la tradizione.
Come sempre, i capitelli sono uno degli aspetti straordinari di questa chisa, come per utto il complesso stefaniano. Ma qui impera anche un altro capolavoro, un bel Cristo benedicente, affrescato da uno dei massimi pittori bolognesi del Trecento, Simone dei Crocifissi.
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