SANTA MARIA DELLA VITA
(Degno scrigno d’un grande capolavoro)

1617

Via Clavature 8

 

Apriamo l’illustrazione di questa chiesa con il grande gioiello ch’essa contiene e che è senza dubbio alcuno, una delle massimo opere scultoree del Quattrocento italiano: il “Compianto” di Nicolò dell’Arca.


Le mani del Cristo


Le mani di una Maria


La disperazione


Il movimento

E’ un gruppo in terracotta a grandezza naturale (e originariamente policromo) con cui l’artista quattrocentesco rompe definitivamente (e molto prima di altri autori forse più noti) la sintetica e statica tradizione medioevale per introdurre un realismo umanissimo e straordinario.
Le figure del gruppo sono sette, tutte dettagliatissime nella loro piena umanità; è l’uomo che s’impone con le sue passioni intime ed espresse, e non la divinità o chi la venera.

E i particolari sono sculture dentro la scultura, dettagliatissimi, quasi come in un quadro fiammingo dipinto a punta di penna.

Per certi aspetti (basta vedere il movimento dei drappeggi e dei veli delle donne disperate, il Compianto potrebbe sembrare un’opera barocca, eppure mancano ancora tre secoli all’avvento di questo stile e, comunque, non c’è in quest’opera scultore alcuna prosopopea od eccesso retorico. Davvero incredibile.

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La facciata

L’esterno e l’interno della cupola

Veniamo ora alla chiesa, che diventa involontariamente lo splendido scrigno di questo gruppo in terracotta.

L’architettura di Santa Maria della Vita è a pianta centrale, e risale all’ultimo decennio del ‘600, per opera di G.B. Bergonzoni per la chiesa e del Bibiena per la cupola.

Merita un encomio anche l’Ingegnere Leonida Lambertazzi, per la facciata ch’ebbe a disegnare ed erigere nel 1905.

L’interno è di un barocco acceso ed elegante, ma non esasperato.