PALAZZO PEPOLI
Via Castiglione 4/6/8/10

 


Il complesso su via Castiglione

Più che un palazzo ha l’aspetto di una fortezza difensiva vera e propria, ed in effetti lo è.

Fu infatti costruita e voluta così da Taddeo Pepoli, amato Signore di Bologna nella prima metà del ‘300 memore di quanto era capitato alla precedente dimore del proprio padre Romeo. Sembrava che Romeo fosse un signore benvoluto dai bolognesi, ma una notte, senza alcun preavviso la sua casa fu invasa, saccheggiata e distrutto dal popolo. Se Romeo si salvò, fu per la presenza di spirito con cui buttò delle monete d’oro a terra per rallentare l’inseguimento di chi lo voleva linciare, e così potè avvantaggiarsi su di essi e, fuggendo, salvare la vita sua e dei suoi familiari.


Particolari della Facciata

In questo fortilizio, per trovare qualche elemento decorativo, occorre guardare in alto, molto in alto, dove fra diverse bifore di una certa eleganza scopriremo anche un piccolo e raffinato balconcino in marmo bianco.


La palazzina Sampieri

Il Palazzo, nel suo prosieguo verso le due torri, si trasforma per un brevissimo tratto, appena due arcate di portico, in un’elegante palazzina fine ‘300, rifinita in cotto, chiamata anche Casa Sampietri.

Sembra che sia opera di Antonio di Vincenzo, il sommo artista che operò a Bologna e a cui si devono il Palazzo della Mercanzia e la Basilica di San Petronio

Una curiosità: tutto lo zoccolo del palazzo, per la sua intera lunghezza ha incassate dei grandi anelli sostenute da ferri  forma di serpenti a bocca aperta.

Tali “accessori” esterni al palazzo, servivano presumibilmente a parcheggiare i cavalli di chi veniva a visitare i Signori di Bologna del ‘300, per alcuni, però, potrebbero essere anche attracchi per le barche, essendo una volta via Castiglione, l’alveo del Savena antico, che per secoli fu completamente navigabile, dalle mura fino alle due torri ed oltre.

Molti ornati del palazzo portano impresso lo stemma dei Pepoli, che furono sempre attivi nella politica bolognese, dal 300, quand’erano signori di Bologna, alla seconda metà dell’’800, con sindaci, senatori del regno, Ministri di governo ecc. Il loro stemma è una scacchiera bianco e nera, che altro non è che la stilizzazione dell’abaco, o pallottoliere, segno dell’attivita finanziaria che all’inizio questa famiglia svolgeva con grande profitto.

Lo stemma dei Pepoli sul cancello e sull’arco del portone del Palazzo