ANNALES E CRONOLOGIA DI BOLOGNA

XVIII SECOLO
Napoleone a Bologna

 

1796 L’arrivo dei Francesi


Napoleone a Bologna
(stampa d’epoca)

Il 20 giugno l’esercito francese entra a Bologna, precedendo di un giorno l’arrivo di Napoleone Bonaparte.

Il momento è certamente drammatico dal punto di vista storico, ma non manca un episodio ironico.

Napoleone entra da porta San Felice e si trova le strade piene di festoni e tantissima gente entusiasta che si accalca ai lati

Il francese si compiace alquanto di tanta festosa accoglienza, ma deve subito ricredersi: quei bolognesi non stanno festeggiando il suo arrivo, ma stanno semplicemente partecipando al decennale eucaristico della loro parrocchia (gli “addobbi”).

1796 - 1798: Le riforme nopoleoniche

Passano solo alcuni mesi e in novembre vengono aboliti i titoli nobiliari e con essi, l’antico Senato di Bologna.

È istituita la Repubblica bolognese, ma l’entusiasmo per un’autonomia cittadina di nuovo raggiunta, svanisce immediatamente, con il suo assorbimento, prima nella Repubblica Cispadana, poi in quella Cisalpina, con capitale Milano.

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La festa della Porchetta
(stampa seicentesca)

Dopo settecentocinquanta anni è anche abolita, la festa della Porchetta.

I docenti dello studio (ora Istituto delle scienze) sono obbligati a giurare fedeltà al nuovo regime, per non essere allontanati da esso.


Luigi Galvani

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Clotilde Tambroni

Rifiuteranno il medico e fisico Luigi Galvani e la letterata Clotilde Tambroni, che perderanno così il posto, pur di mantenere la loro autonomia di docenza (o per fedeltà al regime papalino).

Viene anche istituita la leva militare obbligatoria, il che comporterà una reazione fortemente negativa soprattutto fra la gente di campagna che vedrà sottrarsi l’insostituibile manodopera di figli e parenti giovani.

Sono aboliti i Feudi ancora esistenti nel circondario bolognese e nello stesso tempo sono requisiti i conventi dei frati in città.

Gran parte di questi sono destinati in un primo momento a caserme per ospitare i soldati, poi ad uso pubblico (San Domenico a Palazzo di Giustizia, San Giovanni in Monte a carcere, San Francesco ad Intendenza di Finanze, ecc.), altri saranno venduti ai privati.

1798 -1799: Via i francesi, entrano per un anno gli austriaci

Costretto ad allontanarsi l’esercito francese, Bologna viene immediatamente occupata da quello austriaco. Breve periodo di transizione che non incide sull’evoluzione politica della città.

1801: Nasce la “Cerosa”


La lapide della prima
sepolta in Certosa

In applicazione dell’Editto napoleonico detto di Saint Claude, il convento dei Certosini di San Girolamo viene trasformato in cimitero civile, la cosiddetta “Certosa”.

Il 15 aprile ne viene sepolta la prima salma: si tratta di certa Maddalena Brunini, tessitrice morta per fame.

La Certose è ora uno dei grandi cimiteri Monumentali d’Italia e le opere d’arte (ovviamente funerarie) che conserva al suo tempo, ne fanno il maggior museo bolognese, purtroppo poco conosciuto e visitato, almeno a tale finalità.

1805: Ritorno a Bologna di Napoleone

La visita ufficiale di Napoleone a Bologna avviene non più come Generale, ma come Imperatore e soprattutto per questo, nobili e notabili faranno a gara per essere sempre presenti in ogni momento ufficiale o ufficioso in cui l’Imperatore è coinvolto, e per cercare di ottenere benemerenze da far poi valere in campo politico.

Si ripete in definitiva, quando ebbe a capitare trecento anni prima, con la venuta a Bologna di Carlo V.

1810: Prospero Banchieri


Prospero Baschieri

E’ ucciso in combattimento in località podere Malcampo, il brigante Prospero Banchieri, un gigante di due metri soprannominato “Pruspròn”.

Figlio di contadini budriensi, dopo aveva disertato nel 1804, dandosi alla macchia, era diventato il capo di una banda di briganti che raggiunse le 200 unità e che agì nella bassa Bolognese, mettendone a soqquadro quasi tutte le località da Medicina a Sant’Agata.

Tentò anche l’assalto a Bologna cercando una breccia a Porta Galliera, ma fu respinto dall’artiglieria napoleonica e della Guardia nazionale.

Fu sempre “tampinato” dalle gendarmerie sia locali che nazionali, ma riuscì sempre a sfuggire, sia per propria capacità strategica, sia perché benvoluto dalla popolazione che lo reputava una rivoluzionario ed un benefattore dei poveri.

1814: La caduta di Napoleone

Con la caduta di Napoleone e e la conseguente restaurazione, bologna rientra nell’orbita dello Stato Pontificio, salvaguardato in tal senso dalle truppe austriache.

POLITICI BOLOGNESI DURANTE IL PERIODO NAPOLEONICO

 


Federico Marescalchi
(Diplomatico)


Antonio Aldini
(Presidente Cispadania)


Ludovico Savioli
(Podestà – Diplomatico)


Luigi Valeriani
(Economista)


Card. G. Vaprara
(Diplomatico)