ANNALES E CRONOLOGIA DI BOLOGNA

XIX SECOLO – IL RISORGIMENTO
Bologna e le Guerre d’indipendenza

 

1946 - 1947: Pio IX


Pio IX

Morto Papa Gregorio XVI, il Conclave elegge come nuovo Pontefice, Pio IX, al secolo Giovanni Maria Mastai Ferretti.

L’immediata ed estesa amnistia concessa su tutti i territorio dello Stato, suscita nei confronti del Papa un entusiasmo quasi esaltante ovunque ed anche a Bologna la gioia è immensa: sulla torre è issato lo Stendardo pontificio, i portici sono illuminati a giorno, tutte le campane delle chiese suonano a distesa.

Ritornano in città molti esiliati e fra i tanti, Carlo Pepoli, Antonio Silvani, Pietro Pietramellara, Livio Zambeccari.

Anche il Papa concede, dopo Napoli, Torino e Firenze, la sua Costituzione.

1848: Bologna alla 1’ Guerra d’Indipoendenza

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Ugo Bassi ritratto nel suo
libro di Memorie

A marzo la guardai civica bolognese da poco istituita su autorizzazione di Roma, si avvia a soccorrere gli insorti di Modena, e uguale tentativo viene fatto nei confronti di Ferrara.

Ad aprile, patrioti e combattenti provenienti da tutte le legazioni pontificie si radunano a Bologna per dare supporto alle forze piemontesi entrate in guerra con l’Austria. Pio IX; sembra infatti aver dato l’assenso all’intervento e all’invio di proprie truppe nel Lombardo Veneto. Ma con propria allocuzione, Pio IX proclama la neutralità dello stato pontificio ad intervenire in una guerra che vede stati cristiani l’un contro l’altro.

Dal Sagrato di San Petronio, il barnabita Don Ugo Bassi perora la causa libertaria in una famosa predica che infiamma la folla.

I bolognesi vanno alla guerra e il 9 maggio si distinguono nella difesa di Cornuta, per impedire al generale austriaco Radetzky di portare nuove forze all’esercito di stanza a Verona, e l’11 maggio sono a Vicenza, dove però vengono sconfitti e debbono firmare un trattato di resa che da via libera agli austriaci verso Bologna e la sua occupazione.

Il 7 Luglio, l’esercito austriaco comandato dal Generale Welden e proveniente da Ferrara, invade una Bologna sguarnite e pressoché deserta e si apposta nella zona nord fra Porta san Felice e Porta Maggiore.

1948: l’8 agosto

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Cacciata degli Austriaci a Porta Galliera
(quadro di Antonio Muzzi)

Già nella notte fra il 7 e l’8 agosto, il popolo del basso ceto bolognese (non i notabili e i reggenti) comincia a reagire e trova in palazzo Tanari il centro di raccolta e coordinamento per opporsi all’invasione austriaca.

Alle cinque del pomeriggio le numerose zuffe già avutesi qua e là nella zona di occupazione, diventano vero e proprio scontro aperto fra bolognesi ed austriaci, concentrato nell’area della Montagnola di cui gli stranieri occupano l’altura in posizione strategicamente superiore.

Sono due ore di combattimenti intensissimi, nel quale gli austriaci hanno la peggio, lasciando sul terreno numerosi morti e nella mani dei bolognesi altrettanti prigionieri, fra cui diversi ufficiali.

1949: Di nuovo gli Austriaci

Con la caduta della Repubblica Romana (ove hanno combattuto fra gli altri i bolognesi Angelo Masini, Ugo Bassi e Pietro Pietramellara, si sta definitivamente chiudendo sia il periodo della 1’ Guerra d’Indipendenza sia le esperienze libertarie che erano emerse a Bologna e un po’ dappertutto.

8 maggio: un esercito di 15.000 uomini comandati dal Generale Wimpffen, attaccano Bologna per occuparla, ma sono coraggiosamente respinti dalle esigue ma tenaci forze bolognesi, guidate dal Capitano della Guardia Nazionale Carlo Bignami.

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La cattura di Ugo Bassi a
(quadro di C. Amodello)

Gli stranieri si posizionano a San Michele in Bosco e sul colle dell’Osservanza e iniziano un costante bombardamento alla città.

9 maggio: Nuovo scontro a Porta San Mamolo ed anche in quest’occasione l’esercito austriaco è respinto.

12 maggio: Wimpffen lancia alla cittadinanza un ultimatum di resa, che viene decisamente respinto. Ricominciano i bombardamenti e gli attacchi.

15 maggio: Bologna si arrende: l’esercito austriaco entra in città ed attua una forte repressione.

8 agosto: E’ fucilato nei pressi del Meloncello (e di Villa Spada, sede della guarnigione austriaca) Ugo Bassi, catturato tempo prima durante la fuga di Garibaldi da Roma verso Venezia.

1850 – 1854: Restaurazione

E forse il periodo peggiore per Bologna dal punto di vista della repressione politica che lo stato pontificio impone nel tentativo (sostanzialmente vano) di frenare ogni spirito libertario, anche se moderato.

1855: Il Colera

A primavere scoppia a Bologna una grave epidemia di Colera che comporterà in autunno, alla sua estinzione, la morte di circa 3.500 abitanti

1856 – 1858: Ritorna la “Politica”

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Marco Minghetti
(ritratto d’epoca)I

In campo nazionale sta avanzando la politica piemontese di Cavour, i cui contatti con Marco Minghetti per la situazione di Bologna, si fanno sempre più intensi, in previsione degli eventi che da lì a pochi anni sconvolgeranno la struttura politica dell’Italia.

A fronte di questo rinnovamento della politica moderata di Bologna, Papa Pio IX compie una storica visita pastorale a Bologna (9 giugno – 17 agosto 1857), nella quale però non riceve né dalla popolazione né dai politici, né dagli aristocratici, l’unanime consenso ed entusiasmo su cui contava, anche se tutti mostrano il grande rispetto per ciò che spiritualmente rappresenta.

I moderati, e soprattutto il Minghetti, colgono l’occasione per insistere con il Pontefice affinché attui almeno alcune riforme più liberali e moderne, ma il tentativo non smuove per nulla la politica restauratrice a Bologna da parte dello Stato Pontificio.

Riprendono pertanto, importanti contatti fra i vertici del liberalismo bolognese e quelli romagnoli per organizzarsi in azione comune con la costituzione della Società Nazionale, che ben presto potrà contare su diverse migliaia di militanti, pronti ad entrare in campo o autonomamente o a seguito degli sviluppi della politica piemontese del Cavour.

1859: I Bolognesi e la 2° Guerra d’indipendenza

23 aprile: l’Austria intima l’ultimatum al Piemonte, mentre numerosi volontari bolognesi stanno raggiungendo Torino.

29 aprile: gli Austriaci sfondano il confine del Piemonte ed è guerra aperto fra i Savoia alleati ai francesi e l’impero di Vienna.

A Bologna la voglia di intervenire contro l’Austria in appoggio ai franco-piemontesi per liberarsi dal giogo pontificio è molta, ma la guerra riguarda altri stati, la Francia intende muoversi contro l’Austria e non contro il Papa e questo ha immediatamente dichiarato la sua neutralità nel conflitto.

4 giugno: i Piemontesi vincono a Magenta aprendo così la strada per l’occupazione di Milano il che comporta il ritiro delle guarnigioni austriache dai territori pontifici per dar forza al grosso dell’esercito a nord.

12 giugno 1859: Bologna è libera!

Nelle prime ore del mattino, la guarnigione austriaca di stanza a Bologna lascia la città e subito accorre esultante la popolazione di qualunque ceto per esultare l’odiata presenza dello straniero.

Bologna è sostanzialmente libera di agire ed anche i pochi gendarmi pontifici vedono di buon occhio la fine del “protettorato” austriaco.

Si costituisce immediatamente una Giunta Provvisoria di Governo composta da Gioacchino Napoleone Pepoli (filofrancese), Camillo Casarini e Luigi Tanari (insurrezionalisti) Giovanni Malvezzi (moderato e in linea con il Minghetti) e Antonio Montanari (neoguelfista), forse il primo esempio di concertazione unitaria di tutte le tendenze politiche presenti sul territorio.

 

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Napoleone G. Pepoli

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Camillo Cesarini

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Luigi Tanari

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Giovanni Malvezzi

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Antonio Montanari

 

Nel pomeriggio, la Giunta giunge anch’essa in piazza e toglie le insegne pontificie per issare la bandiera tricolore.

11 giugno: Preceduto dall’arrivo di Ufficiali Piemontesi, arriva a Bologna Massimo D’Azeglio, come Commissario straordinario del Re per le Romagne.

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Carlo Farini

28 agosto: Si elegge l’Assemblea Nazionale delle Romagne dove Bologna è rappresentata da Marco Minghetti, Rodolfo Audinot, Antonio Alessandrini, Giuseppe Ercolani, Giovanni Ercolani, Giovanni Bentivoglio, Giovanni Malvezzi, Carlo Marsili, Annibale Ranuzzi.

6-7 Settembre: L’Assemblea dichiara decaduto il governo pontificio e l’annessione al Regno di Piemonte.

6 Novembre: L’assemblea nomina Carlo Farini come “dittatore delle province di Modena e Parma” e “Governatore delle Romagne”.

8 Dicembre: Modena, Parma, Bologna e la Romagna si unificano nel Governo delle Regie Province dell’Emilia con Governatore lo stesso Farini.

1860: Il plebiscito per l’annessione al Piemonte

Il 1° marzo, Farini convoca i comizi elettorali per rispondere al quesito se le popolazioni di Modena, Parma, Bologna e la Romagna optano per “L’annessione alla Monarchia costituzionale del Re Vittorio Emanuele” oppure per costituirsi in “Regno separato

Su di una popolazione di 370.762 abitanti votano 75.500 elettori (sono esclusi analfabeti e nullatenenti) e il risultato è:

Per l’annessione

 

 

 

 

Per il Regno separato

 

 

 

 

Schede nulle

76.276

 

 

 

 

63

 

 

 

 

161

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Scheda di voto
per l’annessione

Bologna e l’Emilia da Parma a Rimini entrano definitivamente nel Regno del Piemonte che da lì a poco diventa Regno d’Italia sotto la dinastia dei Savoia.